Differenze nelle attività di wayfinding

TitleDifferenze nelle attività di wayfinding
Publication TypeJournal Article
Year of Publication2009
AuthorsPinna, B., Penna M. Pietronill, Sechi C., & Mascia M. Lidia
JournalTurismo e Psicologia
VolumePubblicazione 2009
Issue1
Pagination313-324
Date Published06/2009
PublisherPadova University Press
Place PublishedPadova, IT
ISSN Number2240-0443
Keywordsmappa cognitiva, orientamento spaziale, spatial problem solving, wayfinding
Abstract

Per “orientamento spaziale” si intende la capacità di determinare la propria posizione nello spazio, sia in termini assoluti che in relazione a riferimenti significativi (Arthur & Passini, 1992). Tale capacità è basata su un processo statico, che permette alla persona di determinare la sua posizione in base alla mappa cognitiva che si è formata del luogo (Tolman, 1948 et. al). La concezione più moderna di orientamento spaziale è quella che lo identifica con il “wayfinding” (Passini 1984), che non si riferisce ad una relazione passiva tra la persona e lo spazio, ma al modo in cui la rappresentazione spaziale viene costruita ed utilizzata negli spostamenti all’interno dell’ambiente. Difatti il wayfinding (ossia il saper trovare la strada) è un processo dinamico, che implica la capacità di spostarsi nell’ambiente per arrivare alla meta prefissata mediante adeguate informazioni. Secondo Arthur e Passini (1992) la miglior definizione del Wayfinding è quella che lo considera come equivalente ad uno “Spatial Problem Solving”, per indicare che la capacità di raggiungere una certa meta da un determinato punto di partenza presuppone la risoluzione di un problema di natura spaziale. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di indagare se vi sono differenze di genere e di cultura relative alla propria rappresentazione spaziale e alle diverse strategie di orientamento topografico.

Paper: